Una manovra che tartassa le imprese

Una manovra che tartassa le imprese

La chiamano manovra di mantenimento la legge di bilancio presa d’assalto in queste ore al Senato da migliaia di emendamenti. In realtà – pur nella sua inconsistenza strategica – questa manovra è molto meno neutra e innocua di quanto si tenda a farla apparire. La manovra del governo getta infatti sulle spalle delle aziende un aggravio importante di imposte. Il rinvio dell’Iri frutta alle casse pubbliche 1miliardo e 986 milioni che, grazie al mancato ristoro, pagano le imprese; le tasse societarie aumentano di 731 milioni; 480 milioni sono caricati sulle assicurazioni; l’abbassamento dei limiti di compensazione debito credito frutta altri 239 milioni; la soglia dei pagamenti viene ritardata di 445 milioni; 120 milioni vengono dai giochi. Le imposte a carico delle imprese via di questo passo arrivano a quasi 4miliardi di euro. Piombo sulle ali delle imprese, cioè sull’elemento trainante dell’economia e del futuro sviluppo del paese. Una follia che porta persino a domandarsi a che cosa sia servito disinnescare le clausole di salvaguardia sull’Iva se poi si alzano le imposte.

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